Chapter 2.2012
'Ho finito i compiti, sto uscendo !' un bacio alla mamma e subito via. Era sabato pomeriggio e non era vero che aveva finito i compiti, in realtà non aveva neppure iniziato a farli. Il sabato era il giorno sacro, il giorno di riposo che tutti gli studenti aspettavano, ed era il giorno peggiore per pensare a Leopardi, le anime dannate dell'Inferno o persino il teorema di un qualche grande matematico, che per un motivo del tutto ignoto alla gran parte degli studenti, aveva deciso di complicare la vita delle successive generazioni. Ma lui forse neanche lo sapeva. Era lì magari un bel sabato pomeriggio, senza far niente, e aveva appena deciso che il quadrato costruito sull'ipotenusa dovesse essere uguale alla somma del quadrato dei cateti. Esatto, proprio così. Perché? Beh...perché si! La risposta di un qualsiasi professore di matematica alla domanda 'perché '. Ecco perché a molti la matematica non piace, è un continuo chiedersi perché, senza mai avere delle risposte concrete, sensate, delle semplici risposte. Mai. Non è come quando da piccolo attraversi la fase del perché, e continui a ripetere ai tuoi genitori, o a qualsiasi altra persona il perché di qualsiasi cosa, anche le più improbabili, e alla fine diventa una catena , un perché tira l'altro e potrebbe non finire mai, potresti stare anni e anni a rispondere alle domande dei tuoi figli. I perché della matematica invece non erano così. Erano diversi. Un po' come i perché della vita. Le domande che inizi a farti dall'adolescenza e smetti di farle solamente quando smetti di vivere. La vita è un continuo perché . Perché si nasce? Perché si ama? Perché ci si odia? Perché sono diverso? Perché lui si ed io no?Perché non riusciamo ad imparare dagli errori, anche se ci dicono che sbagliando si impara? E soprattutto PERCHÉ SI CRESCE ? E la risposta è un po' come quella che ti dava il tuo professore di matematica durante le sue esaustive spiegazioni: 'Perché si!' E la conversazione finisce lì, non va avanti con altri perché, con altre domande. Semplicemente resti lì immobile e pensi 'ma cavolo, perché si???' Zoe però una cosa la sapeva, aveva sempre saputo il perché bisognava studiare. Voleva imparare le lingue. L'inglese, il francese, il tedesco, lo spagnolo. Da sempre era appassionata alle lingue, soprattutto perché il suo sogno era sempre stato quello di viaggiare, evadere da quel paesino, conoscere nuovi posti, nuove persone, ed essere in grado di parlare con loro. Studiava semplicemente per imparare. E questo non le pesava affatto. Zoe non era come gli altri ragazzi della sua età. Aveva le idee chiare. E sapeva che prima o poi ci sarebbe riuscita. Sarebbe andata altrove. Fino a quel momento però le piaceva sognare. Un giorno sarebbe stata lì. Ma quel giorno era ancora molto lontano da quel 29 Settembre. La scuola era iniziata da poco, poteva dedicarsi ancora alle uscite spensierate con i suoi amici di sempre. Parlare del più e del meno, ridere, scherzare. La cosa che meglio le riusciva era soprattutto ascoltare le persone. Ascoltare la gente. Capire cosa passava loro per la mente. Riusciva a capire da uno sguardo molto più di ciò che un'altra persona avrebbe capito parlandone. Per questo tutti andavano da lei se c'era qualche problema. Di qualsiasi tipo. Sapeva ascoltare. Non riusciva a parlare invece. Qualcosa la bloccava . Non parlava mai di sé agli altri, nemmeno ai suoi amici più stretti. Parlava di loro, dava loro consigli. Ma mai di sé. Mai. <Zoe! Zoe! Ci sei? Sei qui con noi?> Hanna cercava di distrarla dai suoi pensieri. Sembrava che stesse in un altro mondo. Per la prima volta non stava ascoltando la sua migliore amica parlare dei problemi (i soliti) con i ragazzi. <Hai conosciuto questo ragazzo, ci sei andata a letto e adesso lui non si fa più sentire.> In realtà non la stava ascoltando, ma i discorsi di Hanna si potevano sintetizzare in queste poche parole. Aveva avuto un unica storia che definiva seria, due anni prima. Ci pensava spesso, sempre. E da allora, da quando aveva scoperto che il ragazzo della sua vita, la sua anima gemella non era più interessato a lei, non era mai riuscita ad accettarlo. Soprattutto perchè subito dopo la sua storia, Joey aveva avuto più di otto ragazze. In realtà era tutta una copertura, Joey era riuscito ad accettare il fatto che gli piacessero i ragazzi e aveva iniziato una relazione segreta. Nessuno lo sapeva, tranne Hanna. Quel giorno voleva fargli una sorpresa e si era presentata nel pomeriggio presto nella sua villetta. Aveva aperto la porta con le chiavi del posto segreto ed era salita in camera. A quel punto vide Joey con un ragazzo che non riuscì mai a capire chi fosse . Le si spezzò il cuore. Da quel momento aveva deciso che avrebbe avuto la prossima storia seria a 32 anni. Ne aveva ancora 16 e c'erano ancora molti ragazzi con cui uscire. Così ogni giorno aveva un appuntamento con un ragazzo diverso. Zoe sapeva che non era la vera Hanna, continuava a ripeterle che non era colpa sua, che quella non era la reazione giusta. Hanna però diceva di sentirsi bene. Anzi stava benissimo. Non era vero. Zoe invece continuava a sognare. Sognava che un giorno sarebbe arrivato l'amore perfetto. Quell'amore che vedeva nei film. Un amore da 'Le pagine della nostra vita' . Sognava, e intanto non aveva mai avuto un vero amore. Nemmeno falso potremmo dire. Si circondava di amici, ma non si era mai sentita pronta per una storia . Ogni volta che usciva con un ragazzo, alla fine lei diceva sempre 'possiamo essere amici, niente di più' e così nessuno la ricontattava. E si ritrovava con i suoi amici di sempre. Meglio! pensava. Hanna la interruppe di nuovo dai suoi pensieri <Mi hai sentita?> <Allora? Che ne dici?> <Eh? Cosa?> Non la stava ascoltando di nuovo, ma questa volta non era riuscita a indovinare cosa aveva detto. <Questa sera esco con un ragazzo, super carino. Ha un amico carino, non super per i suoi gusti. E mi ha chiesto se avevo un'amica carina. Così ho pensato a te. Dai dai dai> Per Zoe era tutto molto semplice <Si, lo faccio solo per te. Ricordalo!> <Ti adoro, ricordalo> Le diede un bacio e mentre fuggiva a prepararsi gridò <Alle nove ti viene a prendere! Buona serata!> <Come buona serata? Voi non state con noi? Ti odio Hanna.> |
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