Chapter 4.Le vacanze di Natale erano ormai alle porte e Zoe a dire il vero non voleva che arrivassero così in fretta. I libri almeno la distraevano da tutto e da tutti.
In quel periodo si era allontanata da tutti i suoi amici, anche Hanna. Non si sentiva a suo agio con nessuno. Nessuno sembrava capirla più. In realtà nessuno ci aveva mai provato davvero. Un po' anche per colpa sua che non glielo lasciava fare, un po' perchè sembravano tutti più preoccupati per sé stessi e per i propri problemi, da dare retta a quelli di Zoe. Così aveva lasciato stare gli amici. Ma adesso era sola. Le mancavano, ma era troppo orgogliosa per ammetterlo. Persino con Hanna. L'amica di sempre. Per questo non voleva arrivasse Natale. Le feste erano il momento migliore per passare tempo con la famiglia e gli amici. Passare le feste da sola sarebbe stata la cosa più brutta, pensava in quel momento. Cercava di concentrarsi sul quarto girone dell'Inferno di Dante. Avari e prodighi, che Dante aveva rappresentato con enormi massi a simboleggiare la quantità dei beni terreni che accumularono o sperperarono in vita. Punire in modo così perfetto ogni tipo di peccatore. Sei un genio Dante. Lei si immaginava proprio in quel girone, tra i prodighi. Non che avesse sperperato tutto il denaro che avesse ( non molto) ma più che altro tutte le sue forze e la sua bontà. E gli amici erano lì con lei, tra gli avari invece. Ci stava pensando di nuovo, e non doveva. Ma come? A quel punto le venne in mente il giorno in cui uscì con Tyler. Quel giorno era stata così bene. Ma non poteva ammettere che era per causa sua. No. Doveva essere qualcos'altro. Pensò a quel giro in macchina infinito. Con la musica e il vento sul viso. Doveva essere quello. Sfortunatamente non aveva ancora la patente, ma sapeva già guidare, grazie al padre, che comunque non le avrebbe mai lasciato la macchina. Se glielo avesse chiesto. Erano le 10 di sera. Era in macchina. Beh lui mi ha detto che non mi avrebbe mai lasciato guidare se glielo avessi chiesto. Non l'ho fatto. Questa scusa può andare. All'inizio non era sicura di quello che stava facendo. Quando però iniziò a sentire le prime note di Charlie Brown dei Coldplay, partì senza pensarci due volte. Quella canzone era carica pura. Amava i Coldplay, le avevano fatto da sottofondo alla maggior parte dei momenti belli o brutti della sua vita, e non poteva non mettere nemmeno una loro canzone nel cd. Iniziò a girare senza una meta per la piccola cittadina. Adesso si sentiva bene. Si sentiva sé stessa proprio come quel giorno. A mezzanotte in punto portò la macchina al suo posto. In casa i suoi dormivano già, ma lei non aveva sonno. Decise di guardare uno dei suoi film preferiti La ricerca della felicità. Credo sia il film più bello che sia mai stato fatto. Si, ne sono sicura. Un padre che fa di tutto per la felicità del figlio e dopo tanti sforzi ci riesce. Alla fine del film scappava sempre una lacrima ( di felicità ovviamente). Che bella storia. Ma ogni volta che lo guardava oltre alle lacrime c'erano sempre gli stessi pensieri. Queste cose accadono solo nei film. In realtà questa era la frase che diceva per ogni film con un lieto fine. Quelli che invece finivano tragicamente potevano anche avvenire nella realtà. Per questo odiava tutte le favole, Cenerentola che con una scarpetta aveva trovato il principe azzurro, principesse che con il bacio del vero amore, si svegliavano da una sorta di coma, e tutte le favole che finivano con -E vissero felici e contenti- . Col cavolo! Era così. Non credeva ai lieto fine. Forse perchè lei non ne aveva mai avuto uno. E intanto continuava a pensare Troverò la mia strada per la felicità? |
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