Chapter 7.Febbraio.
Ennesimo giorno di scuola. La noia. Ormai anche la scuola era diventata monotona, se non fosse per le ore del Prof. Mario. Amava farsi chiamare così, per nome. Strano per un professore. Tutti si facevano chiamare per cognome o semplicemente professore. Lui no. Era il professore di inglese e il professore preferito di Zoe e della maggior parte della scuola. Era diventato il suo professore solamente al terzo anno. I due anni precedenti Zoe aveva odiato l'ora di inglese, pur amando l'inglese, anzi, proprio per questo. Secondo Zoe la scuola non funzionava bene così com'era. Diceva che si sarebbe dovuto cambiare tutto, a partire dai professori. Ma chi era lei per cambiare realmente tutto il sistema scolastico? Nessuno. E infatti tutto era rimasto così com'era. Il giorno in cui il Prof. Mario mise piede nella sua classe capì che non era come tutti gli altri. Quello era il suo professore. Lui la pensava esattamente come lei riguardo alla scuola. Almeno così pensava Zoe. Il primo giorno di scuola del terzo superiore entrò in classe e iniziò a parlare in inglese, fare domande ai ragazzi, battute in inglese. Chiunque avrebbe pensato che era solo per fare colpo il primo giorno, mentre tutto il resto dell'anno sarebbe stato uno strazio proprio come con il resto dei professori. Il secondo giorno fu uguale, anzi ancora meglio. Si presentò in classe con una chitarra e iniziò a cantare alcune delle sue canzoni preferite, dai Metallica agli Oasis. Distribuì dei fogli con i testi delle canzoni e iniziò la lezione. In tre anni non disse mai una parola in italiano. Si iniziava a pensare persino che non lo sapesse, fin quando non arrivarono i primi colloqui con i genitori. Fu lì che per la prima volta tutti i suoi alunni lo sentirono parlare in italiano. Un perfetto italiano. Altroché. Quando il giorno seguente tutti in classe gli chiesero perchè non parlasse mai in italiano durante le lezioni, lui si limitò semplicemente a dire (in inglese) che così era meglio. Ed era vero. Era grazie a lui che Zoe aveva riscoperto l'amore per l'inglese e aveva imparato davvero qualcosa. Semplicemente lo amava. L'inglese era la sua materia preferita e il Prof. Mario era il suo professore preferito. Nonostante quelle 5 ore alla settimana di inglese la facessero sentire bene, tranquilla, il resto delle ore non lo era affatto. Durante l'intervallo incrociava spesso Hanna e gli altri amici e semplicemente cambiava direzione. Molto spesso incontrava anche Tyler e con lui c'era un semplice cenno della testa, senza che nessuno se ne accorgesse, soprattutto da quando era tornato con la sua stupida ragazza. Ogni volta che lo incontrava le veniva sempre in mente quella sera in cui erano usciti e pensava a quella come una delle più belle sere. Assurdo. <Ciao Tyler!> Mio Dio, Zoe che hai fatto. Non puoi salutarlo in pubblico. Tyler era solo per fortuna e nessuno sembrava essersi accorto di ciò, nemmeno Tyler, che girò lo sguardo e continuò a camminare per i corridoi. Forse cercava la sua Hilary. Sei una scema, illusa. Pensavi davvero che ti avrebbe salutata? Come ogni giorno tornò a casa, pranzò in silenzio e salì subito in camera. La situazione a casa non era ancora migliorata dall'ultima lite. Stava scrivendo qualcosa sul suo blog al pc, quando sentì un rumore. Era qualcuno che bussava. Ma alla porta non c'era nessuno. Era alla finestra. Tyler. <Tyler? Ma che ? Entra dai> Che diavolo ci fa alla mia finestra Tyler? < Usare i metodi tradizionali proprio no eh?> <Tua madre non mi ha lasciato entrare, ha detto che sei in punizione, così ho preso una scorciatoia. Ma mi chiedevo come può una ragazza tranquilla come te essere in punizione?> <Sono uscita qualche sera con l'auto di mio padre, senza chiedergli il permesso e senza patente. Tutto qui.> <Ah, tutto qui.> Rise. Zoe notò che era in imbarazzo peggio di quanto non lo fosse lei. <Ma perchè parliamo di me. Sei tu quello che è venuto a cercarmi. C'è qualcosa che posso fare per te?> <No. Cioè si, ma no. Ho sbagliato a venire qui. Scusa> <Tyler stai bene?> <No. Giro in macchina?> <Sarei in punizione, ma cosa può succedere. Andiamo.> |
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